Cenni storici

«Il fiume Lamato, - scrive lo storiografo G. Montesanti – in antico chiamato pure Lameto,
Lametico, Lametino – ma oggi quasi esclusivamente, con incosciente aferesi per più spedita pronunzia detto Amato – è il Lametus (Lametos) di Stefano Bizzantino. Esso dava nome alla città di Lametia o Lametini, menzionata da Licofrone, che sorgeva da presso
e dalla quale il Golfo, ora di Sant’Eufemia, veniva designato Golfo Lametico (Il Sinus Lametinus di Aristotele).
Nelle ipotesi etimologiche il nome potrebbe derivare dallo ebraico la-mae-tin o la-mae-sin (Lametico o Lamesino) = l’acqua fangosa; o da la-ma-zeo (Lamezio) = l’acqua torbida, lorda;
oppure dal latino lamus = palude, pantano. Sarebbe come dire il fiume fangoso, torbido, paludoso; invero caratteristiche tutte esatte per il nostro Lamato».
«Si vuole da Licofrone che, sulle sponde del Lamato, Ulisse avesse offerto un sacrificio alle ombre dei trapassati, a fine di placare Ecate, diva infernale, irata per la morte violenta di Ecabe».
Fonte: G. Mauro, Amato dall'origine ai giorni nostri, Arti Grafiche Meridionali A. Abramo, Catanzaro 1975.
Amato è equidistante da Lamezia Terme e Catanzaro. Sorge a Nord Est della città capoluogo.
Anticamente chiamato L’AMETUS (salvati dalle acque), i primi cenni storici risalgono al 1060 quando il Campanile lo descrive come feudo disabitato. Nel 1100 circa, viene dominato dal cugino di Costanza d’Altavilla e, più tardi, nel 1400 circa, fu feudo dei Ruffo di Catanzaro che lo cedettero ai Susanna, ai Rodio ed ai Rocca che a loro volta lo cedettero al Principe di Maida. Verso il 1550 lo acquista per il prezzo di 50.000 ducati don Antonio Donato Mottola, Barone di Joppolo, Coccorino e Monterosso. I Mottola detennero il paese sotto la loro giurisdizione fino al 1811, quando l’Italia, sotto la Repubblica francese di Napoleone, tolse di fatto il feudalesimo, lasciando ai vari signori solo il titolo. Oggi, il paese, che ha conosciuto negli anni cinquanta il fenomeno triste dell’emigrazione, conta circa 1000 abitanti. Dotato dei più elementari servizi, è un paese che per la mitezza del clima, la tranquillità e l’ospitalità della gente, rappresenta una meta ideale per chi vuole trascorrere una vacanza tranquilla. Il Santo Patrono di Amato è San Francesco da Paola.
Nella Chiesa è conservata la statua lignea a mezzo busto donata dal marchese Mottola alla Parrocchia nella seconda metà del ‘600 in cambio del diritto di sepoltura e del ius patronati.
I festeggiamenti in onore del Santo si celebravano l’ultima domenica di maggio e duravano 3 giorni, preceduti dal novenario.
Dal venerdì alla domenica era caratteristica la fiera del bestiame, evento atteso da tutto il circondario per l’abbondanza di animali presenti. La vigilia era dedicata ai giochi popolari ed ai piatti tipici che venivano predisposti in piazza, in stand improvvisati, e comprendevano il caratteristico spezzatino (stufato di trippa bovina con abbondante peperoncino piccante).
La giornata della Festa era caratterizzata da una suggestiva processione che percorreva le vie delpaese con canti in onore del Santo protettore. La serata si chiudeva con l’esibizione della banda musicale in piazza. A causa del clima rigido e soprattutto per dar modo ai tanti emigrati di poter assistere alla festa, con delibera di Giunta, nel 1970, la festa è stata spostata alla seconda domenica di Agosto. Ancora oggi resta inalterato il rito religioso, con il novenario di preparazione e, ciclicamente, con l’esposizione delle reliquie del Santo. Le manifestazioni civili prevedono intrattenimenti sin dal venerdì prima della festa e si concludono con lo spettacolo pirotecnico la sera di domenica.

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